I NASODOBLE CANTANO LA RABBIA DEI SARDI:«CAZZ BOH»







Al video partecipano alcuni tra gli artisti isolani più apprezzati.
Per chi la guarda dal “continente”, la Sardegna è terra di mari incontaminati (“Sardegna, performance quasi perfetta”, titola il rapporto 2014 di Goletta Verde) e costruzioni millenarie, ma per i sardi il rapporto col continente non è sempre indolore.
“Cazz boh” è il video dell’omonima canzone dei sassaresi Nasodoble, “una canzone condita di riso sardonico che mette a fuoco il disastro politico, sociale, mafioso, militare e industriale della Sardegna degli anni zero“, racconta Nicola di Banari, all’anagrafe Alessandro Carta, autore e cantante del brano.
Al video prendono parte alcuni tra gli artisti più amati dell’isola: Ilaria Porceddu, pianista e interprete, già protagonista nella primissima edizione di X Factor e al Festival di Sanremo 2013, il rocker Joe Perrino, leader di Joe Perrino & the Mellowtones e dell’Elefante Bianco, Beppe Dettori, cantante dei Tazenda e Francesco Piu, chitarrista blues virtuoso.
Nonostante l’andamento musicale quasi scanzonato, «Cazz boh» ha un tono d’amaro disincanto.

“Cazz boh” è un video ironico, divertente e inusuale anche nella tecnica con la quale è stato girato: un virato b/n con isolamento del colore su singoli oggetti, gli occhiali del cantante, le mutandone di un chitarrista dormiente, la camicia da notte della nonna o la bocca rossa e sensuale della cantante.
Nonostante l’andamento musicale quasi scanzonato della canzone, ulteriormente valorizzata da un video piuttosto suggestivo, il tono è d’amaro disincanto. Perché si parla di terra avvelenata e “benzene nella falda”. E si fanno pure nomi e cognomi, con la guest Ilaria Porceddu (X Factor prima edizione, poi Sanremo) che con beffardo sorriso spiega che “l’Eni dà lavoro e viene male processarlo”, riferimento per niente velato alla disastrosa situazione di Porto Torres.
Poi arriva Joe Perrino (Mellowtones, Elefante Bianco e Rolling Gangsters) con le aziende all’asta che finiscono ai “prestanome delle banche” per rivenderle a prezzo pieno. Ma in fondo “adesso non hai debiti e puoi ucciderti sereno”, ribatte Porceddu. Poi c’è il generale Molteni, “che in fondo non ha prove che la colpa è dei nanoveleni”. Tant’è: sarà pure bello far l’amore (da Trieste in giù), “tranne a Quirra”. Insomma, l’autore e cantante Alessandro Carta (alias Nicola Di Banari, che pochi mesi fa, sui poligoni aveva sfidato a duello il premier Matteo Renzi) non s’è risparmiato, così come gli altri due ospiti, il cantante Beppe Dettori (già frontman dei Tazenda) e il virtuoso chitarrista blues Francesco Piu.
Il risultato finale è un quadro a tinte forti, colorato di rabbia e desolazione, nessuna lacrima, perché siamo in Sardegna, e tra le tante maschere c’è quella del riso sardonico che compare in maniera quasi naturale sul volto.







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